Misurare l’attività dei Dipartimenti di prevenzione si può.
Lo prova il lavoro dell’OIP (Osservatorio Italiano sulle attività di prevenzione) giunto alla sua terza rilevazione nel 2015 dopo le precedenti edizioni 2011 e 2012.
L’indagine ha coinvolto oltre 100 Dipartimenti più del 60 per cento delle strutture dedicate alla prevenzione nel nostro Paese, portando ad una serie di risultati di grande interesse.
In particolare esistono aspetti positivi, ad esempio gli sforzi per favorire la diffusione delle vaccinazioni e le attività di promozione della salute e di educazione sanitaria. Ma esistono anche alcuni aspetti che vanno affrontati al più presto. Ad esempio l’elevata prevalenza di operatori anziani (la prevenzione non è cosa da giovani?) la carenza di certificazioni e metodi di accreditamento) regionale e di sistemi di gestione della qualità, la bassa diffusione di strumenti di misurazione delle attività effettivamente realizzate. In più gli operatori denunciano la riduzione delle risorse dedicate a questo settore, un’attività sempre più burocratizzata e la necessità di disporre di strumenti di comunicazione esterna ed interna che siano in grado di dare risposte ai bisogni dei cittadini e degli operatori stessi.
L’OIP è frutto dell’impegno della Fondazione Smith-Kline ed è realizzato in collaborazione con SItI, SNOP (Società nazionale operatori della prevenzione nei luoghi di lavoro) e la SIMEVEP (Società italiana medicina veterinaria preventiva).
E’ stato attivato nel 2010 con lo scopo di contrastare la “babele delle lingue” generata dalla presenza di assetti organizzativi differenti nelle differenti Regioni: l’obiettivo del lavoro degli oltre…. esperti è stata la valutazione dei diversi modelli organizzativi per proporre una configurazione organizzativa unitaria dei Dipartimenti di prevenzione, partendo dagli orientamenti degli operatori.
La rete creata dall’OIP è unica in Italia, copre la larga maggioranza dei Dipartimenti italiani, e le sue metodologie sono sperimentate ed affidabili. Il suo naturale sviluppo sarebbe dunque un suo recepimento a livello Ministeriale, per un lavoro a livello nazionale sui Dipartimenti per definire:
– modelli organizzativi,
– indicatori e standard,
– valutazione della performance sanitaria,
– benchmarking tra ASL,
– confronto stabile dei diversi Piani Regionali della Prevenzione
Nell’ambito del volume “Rapporto Prevenzione 2015“, inoltre, per la prima volta si parla di “Buone pratiche” in prevenzione, o meglio di IPEST (Interventi Preventivi Efficaci, Sostenibili e Trasferibili). Questo strumento rappresenta un valido sistema di individuazione, monitoraggio e valutazione di interventi preventivi, da specifici approcci per potenziare la risposta alle vaccinazioni fino a strategia di sanità pubblica come l’adozione di modelli di attività fisica per i più giovani (Pedibus).
I risultati di queste valutazioni effettuate su alcuni modelli realizzati in Italia e l’effettiva efficacia degli approcci presi in esame verranno presentanti nell’ambito del Convegno “Orizzonte Prevenzione”, organizzato da Fondazione Smith Kline il 25 novembre 2015 a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità, a presto il programma dell’Evento.