Il medico è una presenza fissa nella nostra società. Balzac lo affianca al prete e all’uomo di legge, «l’uno medica le piaghe dell’anima, l’altro quelle della borsa, il medico quelle del corpo». Nel corso del tempo queste tre figure hanno perso la loro «carnalità» per divenire tre icone, una sorta di «Santissima Trinità» dei nostri villaggi. In questa rappresentazione, tuttavia, il personaggio centrale è il medico; mentre gli altri due, a seconda dei Paesi e delle epoche, possono cambiare. E i medici, dal canto loro, cosa pensano? Vi è stato un episodio significativo che ha determinato la loro scelta? Quando si sono sentiti medici per la prima volta? Che rapporto hanno con i pazienti e i colleghi? Che ne è dei loro sentimenti, emozioni, paure, desideri? Come si costruisce la distinzione sociale fra clinici e chirurghi? Differenziando le «motivazioni» della scelta dal «modo» in cui si esercita la professione, l’autore cerca di decifrare la «scatola nera» dell’identità medica. E lo fa raccogliendo le storie di medici di varia specialità, diversi per età e collocazione lavorativa, che, proprio come capita ai personaggi di Pirandello evocati nel titolo, si raccontano in prima persona. Le loro storie appaiono singolarmente vicine a quelle di medici in carne ed ossa di altre parti del mondo o di dottori «immaginari» creati dalla fantasia di grandi scrittori-medici (Bulgakov, Cˇechov, Céline, Conan Doyle, Cronin, Munthe, ecc.). E forse anche la scelta di provare a comprendere la professione attraverso dei racconti rivela più di un punto in comune con l’approccio «narrativo» in medicina: per fare un’anamnesi adeguata, sia dal punto di vista clinico sia da quello sociologico, occorre ottenere una buona storia, perché solo essa ci può dire non soltanto il cosa, il dove e il quando, ma anche il come e il perché.
La Fondazione Smith Kline ha promosso la realizzazione del Volume in collaborazione con il Dipartimento di Studi Sociali dell’Università degli Studi di Brescia e FNOMCeO – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
Lorenzo Speranza insegna Sociologia economica e Sociologia del diritto nell’Università di Brescia. In precedenza ha insegnato nell’Università di Macerata e in quella della Calabria. Tra le sue pubblicazioni: «I poteri delle professioni» (1999), «Professioni e status» (a cura di, 2004), entrambe con Rubbettino. Con Il Mulino ha già pubblicato «I medici in Italia: motivazioni, autonomia, appartenenza» (2008, con W. Tousijn e G. Vicarelli).